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Investment outlook

Tre lezioni dalle recenti mosse delle banche centrali

Laura Cooper
Head of Macro Credit and Global Investment Strategist
Tre lezioni dalle recenti mosse delle banche centrali

Il fervore d’attività delle banche centrali è alla base della recente salita dei mercati, guidato dalla Federal Reserve (Fed) statunitense. Quest’ultima ha dato il via al ciclo di tagli dei tassi con una mossa a sorpresa di 50 punti base (pb). La combinazione di aggressivi allentamenti monetari a livello globale, in un momento in cui le condizioni finanziarie sono già favorevoli, dovrebbe fornire una protezione al ribasso per gli asset rischiosi, anche se i venti contrari giustificano un approccio selettivo al posizionamento dei portafogli.

Dopo la sorpresa di settembre della Fed, la Bank of England (BoE) ha mantenuto stabile il tasso d’interesse, mentre la Banca centrale europea (BCE) ha reiterato di basarsi sui dati. La Bank of Japan (BoJ) ha assunto un tono dovish, lasciando intendere che un altro rialzo dei tassi potrebbe richiedere ancora dei mesi, mentre la Banca Popolare Cinese ha avuto un suo momento “whatever it-takes” per stimolare il sentiment. Nonostante i diversi esiti di politica monetaria, per navigare in un panorama macroeconomico incerto gli investitori devono considerare dei temi comuni.

  1. Le decisioni sui tassi si basano sui dati

    In primo luogo, i responsabili di politica monetaria stanno enfatizzando un approccio alle decisioni che dipende dai dati, riunione per riunione. Il Presidente della Fed Jerome Powell ha esplicitamente dichiarato che il comitato non ha fretta di tagliare ulteriormente i tassi. La Bank of England ha accennato all’”assenza di sviluppi rilevanti” dall'ultima riunione. Taglierà i tassi “gradualmente nel tempo”, in base all'evoluzione dei dati economici. La BCE ha una posizione simile, e ha messo in guardia rispetto a un percorso “predeterminato”. La Bank of Japan ha aggiunto che esaminerà con attenzione i dati in arrivo e valuterà l'impatto delle precedenti manovre monetarie.
  2. L’attività economica si mostra resiliente

    In secondo luogo, le prospettive economiche appaiono resilienti. La Fed sta cercando di “ricalibrare” la sua posizione di politica monetaria, approfittando di un'economia ancora “salutare” per pianificare un soft landing. Anche la BoE ha osservato una crescita resiliente e in Giappone si è registrato un tono ancora più dovish, e si è accennato al fatto che i rischi al rialzo per l'inflazione sono calati. Per quanto riguarda la debolezza dell’attività economica in Germania, la BCE ha dichiarato che il recente peggioramento era già stato integrato nelle sue proiezioni, tuttavia dopo i dati economici deludenti riteniamo necessaria una maggiore cautela.
  3. Politiche divergenti creano un’opportunità d’investimento 

    In terzo luogo, la divergenza dei percorsi di politica monetaria ha una sua durata, il che crea opportunità nel reddito fisso. Il nostro scenario di base prevede sei tagli dei tassi di 25 pb ciascuno da parte della Fed in una serie di riunioni consecutive fino a giugno. Saranno i dati a dettare il percorso, e l'attenzione sarà rivolta ai prossimi dati sui salari e sull'inflazione a margine, anche se, a nostro avviso, l'asticella è alta per un altro taglio di 50 pb, sopratutto dopo l'ottimo rapporto sulle retribuzioni degli Stati Uniti di settembre. La nostra opinione: manteniamo una posizione neutrale sulla duration statunitense, in un contesto caratterizzato da un rallentamento della crescita, aggiornando una posizione sottopesata di lungo periodo.

    Per quanto riguarda il Regno Unito, con l'attenzione che si sposta verso il contesto fiscale e il prossimo bilancio, la riluttanza dei responsabili a seguire i loro principali pari nell’ambito di un ciclo di tagli più rapido potrebbe venir messa in discussione, dal momento che l'ostinata inflazione dei servizi dovrebbe attenuarsi, a fronte del sempre maggiore rallentamento del mercato del lavoro. Un potenziale periodo di rialzi delle imposte e di tagli alla spesa pubblica potrebbe giustificare nel 2025 un ciclo di tagli dei tassi più deciso, mettendo in discussione la nostra ipotesi di base, che prevede tagli trimestrali. La nostra opinione: propendere per la duration dei gilt britannici.

    I segnali di stagnazione della crescita nel 3T del 2024 e l'attenuazione dell'inflazione dei servizi nell'Eurozona ci inducono ad adottare un tono più cauto. Prevediamo attualmente che la BCE procederà a una serie di tagli consecutivi, allineandosi più in generale alle nostre aspettative sul percorso politico degli Stati Uniti fino alla metà del 2025. La nostra opinione: ricercare un'esposizione core nei bund tedeschi e in aree periferiche, in particolare in Spagna e Grecia, così da conseguire un carry interessante.

    In Giappone, rispondendo a una domanda su un aumento dei tassi entro fine anno, il Governatore Ueda ha sottolineato di non avere in mente alcun calendario per i rialzi. Ciò ci induce a ritenere improbabile un rialzo dei tassi a ottobre. Prevediamo che la prossima mossa da 25 pb avrà luogo più avanti nel corso dell'anno, quando vi saranno maggiori prove che i salari reali stanno affluendo in modo sostenibile nei consumi. A esso seguiranno altri due rialzi entro la metà del 2025. Il nostro punto di vista: trarre vantaggio dall’inclinazione della curva dei titoli di Stato nipponici al fine di favorire i titoli ultra-long che presentano scarsi livelli di detenzione nei portafogli.

    In conclusione, mentre la Fed ha apparentemente dato il via libera a un rally degli asset rischiosi, saranno i dati a guidare le decisioni. Per questo motivo, ci posizioniamo con un'inclinazione verso l'alto in termini di qualità degli asset obbligazionari e ricerchiamo opportunità tattiche, così da cogliere il turbinio delle mosse di politica monetaria. Dopo tutto, ci potrebbero essere altre sorprese ad attenderci.
Mispriced easing expectations provide ample opportunities
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